In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Voi siete il sale della terra; ma se il sale perdesse il sapore, con che cosa lo si potrà render salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dagli uomini. Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città collocata sopra un monte, né si accende una lucerna per metterla sotto il mòggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli» (Mt 5,13-16).
Gesù ci invita a riscoprire il vero senso della nostra esistenza. Siamo stati creati per essere generatori di bellezza per il mondo: sale che dà sapore e luce per dare calore e colore (alla luce del nuovo sole tutta la natura sembra far brillare ancora più vivacemente i suoi colori).
Voi siete il sale della terra
È un’affermazione molto forte questa di Gesù, non solo perché il sale dà sapore ai cibi, e quindi i cristiani sono chiamati a riempire di senso, gusto e bellezza la vita propria, quella del prossimo e dell’intera società, ma anche perché il sale ha un forte valore antibatterico, disinfettante. Non si può confondere la vita cristiana, ‘l’amore fraterno, come del tenerume a buon mercato. Non si può essere sempre dolci come il miele, talvolta è necessario essere sale: bruciare sulle ferite, ma appunto per questo disinfettarle, sanarle.
Essere sale della terra implica l’avere il coraggio di non girare la testa da un’altra parte di fronte alle ingiustizie del nostro tempo, l’omertà, l’oscurantismo, il dire che tutto va bene e che sarà sempre meglio, non appartiene alla vita del cristiano. Egli come il profeta Elia, al contrario, è chiamato a denunciare gli stati di ingiustizia e illegalità, smascherare le idolatrie del suo tempo, anche a costo di ritorsioni. Gesù lo dice chiaramente in un altro insegnamento, invitandoci a un vita fertile, capace di generare altra vita anche a causa della nostra morte:
In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto (Gv 12,24).
Subito dopo la metafora del sale, Gesù invita i suoi discepoli ad essere luce del mondo. Si tratta di un altro esempio per spiegare ancor meglio ai suoi uditori quale atteggiamento si aspetta da loro. Gesù ci invita a vivere questa vita nell’ottica della donazione: la luce infatti ha senso di esistere solo nella misura in cui illumina il cammino agli altri, allo stesso modo il Signore ci invita a riconoscere che se questa vita non è spesa nell’amore, è inutile, vana, fallita. In un mondo sempre più ripiegato su se stesso, chiuso nel proprio egoismo, nelle proprie ambizioni, Gesù ci invita ad essere elementi di contraddizione, testimoni di apertura, di donazione e di servizio gratuito e disinteressato.
Né si accende una lucerna per metterla sotto il mòggio.
Cos’è il mòggio? A cosa si sta riferendo Gesù? Il mòggio non è un mobile, ma un utensile, un recipiente che conteneva l’unita di misura dei contadini per le granaglie. Mettere un lume sotto il mòggio, significa nasconderlo completamente alla vista, oscurare la luce fino a farla spegnere. È forte questa affermazione di Gesù: quanti cristiani oggi vivono da lucerne nascoste? Uomini e donne quasi impauriti di rivelare la loro fede, il loro battesimo, incapaci di dare una testimonianza al punto da assuefarsi a uno stile di vita se non pagano, comunque ateo. I cristiani spenti, nascosti, non servono a nulla, annientano la propria identità e la propria dignità di figli di Dio. I cristiani di Filippi vivevano lo stesso problema di tanti nostri fratelli nella fede, per questo San Paolo li esortava con queste parole:
Fate tutto senza mormorare e senza esitare, per essere irreprensibili e puri, figli di Dio innocenti in mezzo a una generazione malvagia e perversa. In mezzo a loro voi risplendete come astri nel mondo (Fil 2,14-15)
Oggi più che mai, il mondo, la Chiesa, Cristo stesso ha bisogno di cristiani che splendano nel buio di una società liquida e sgretolata, entusiasti discepoli di Gesù in grado di essere guida per tanti fratelli perduti, in cerca di una via di salvezza, di una retta via che riconduca a Dio. Ecco allora la provocazione e la sfida di Dio per noi oggi.
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