Quando una preghiera non viene accolta da Dio?

Venerdì della VIII settimana del tempo ordinario

Il titolo di questo articolo è particolarmente provocatorio, perché tale in realtà lo è stato Gesù in tutti i suoi insegnamenti. Così cercheremo di approfondire il senso delle parole di Gesù nel vangelo di questo venerdì del tempo ordinario e comprenderemo come forse ci sono momenti in cui la nostra preghiera se non è inutile, è comunque controproducente, inefficace, un inutile spreco di tempo, energie e fiato. Parole al vento che non possono essere accolte benevolmente da Dio, perché provengono da un cuore ipocrita, che gioca con gli altri, con se stesso e con Dio.

Annunci

[Dopo essere stato acclamato dalla folla, Gesù] entrò a Gerusalemme, nel tempio. E dopo aver guardato ogni cosa attorno, essendo ormai l’ora tarda, uscì con i Dodici verso Betània. La mattina seguente, mentre uscivano da Betània, ebbe fame. Avendo visto da lontano un albero di fichi che aveva delle foglie, si avvicinò per vedere se per caso vi trovasse qualcosa ma, quando vi giunse vicino, non trovò altro che foglie. Non era infatti la stagione dei fichi. Rivolto all’albero, disse: «Nessuno mai più in eterno mangi i tuoi frutti!». E i suoi discepoli l’udirono. Giunsero a Gerusalemme. Entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano e quelli che compravano nel tempio; rovesciò i tavoli dei cambiamonete e le sedie dei venditori di colombe e non permetteva che si trasportassero cose attraverso il tempio. E insegnava loro dicendo: «Non sta forse scritto:
“La mia casa sarà chiamata
casa di preghiera per tutte le nazioni”?
Voi invece ne avete fatto un covo di ladri».
Lo udirono i capi dei sacerdoti e gli scribi e cercavano il modo di farlo morire. Avevano infatti paura di lui, perché tutta la folla era stupita del suo insegnamento. Quando venne la sera, uscirono fuori dalla città. La mattina seguente, passando, videro l’albero di fichi seccato fin dalle radici. Pietro si ricordò e gli disse: «Maestro, guarda: l’albero di fichi che hai maledetto è seccato». Rispose loro Gesù: «Abbiate fede in Dio! In verità io vi dico: se uno dicesse a questo monte: “Lèvati e gèttati nel mare”, senza dubitare in cuor suo, ma credendo che quanto dice avviene, ciò gli avverrà. Per questo vi dico: tutto quello che chiederete nella preghiera, abbiate fede di averlo ottenuto e vi accadrà. Quando vi mettete a pregare, se avete qualcosa contro qualcuno, perdonate, perché anche il Padre vostro che è nei cieli perdoni a voi le vostre colpe» (Mc 11, 11-26).

Il brano del Vangelo è particolarmente evocativo: tanti sono gli spunti per un approfondimento biblico e una meditazione personale. Dalla maledizione dell’albero di fico che si fa trovare sprovvisto degli attesi frutti, alla cacciata dai mercanti dal tempio di Gerusalemme, per finire poi con l’ultimo insegnamento sulla preghiera.

Eppure riteniamo che esista una chiave di lettura che ci permetta di cogliere per intero il nodo della questione, il cuore dell’insegnamento di Gesù. Troviamo questo elemento cruciale che ci permette di avere una visione di insieme di tutto il brano evangelico, nella frase di Gesù:

Annunci

Quando vi mettete a pregare, se avete qualcosa contro qualcuno, perdonate

Non sono rare le esortazioni di Gesù sulla misericordia, sul perdono e sull’amore vicendevole. Anzi, potremmo dire che è un punto a cui egli fa costantemente riferimento. Nel Vangelo di Giovanni, diventa poi, in qualche modo, il suo testamento spirituale (al riguardo ti invito ad approfondire i nostri precedenti articoli: È possibile comandare al cuore?, La prima preoccupazione di Dio).

Questa prospettiva ci aiuta a dare luce a quanto accaduto nella prima parte del vangelo: la maledizione a quell’albero di fico che si è fatto trovare sterile e privo di frutti per il Maestro. Nella teologia biblica il fico è uno dei simboli che identifica Israele e il fatto che sia stato trovato privo di frutti lo si evince dal fatto di aver svuotato la propria religiosità rendendola sterile e piena di precetti inutili che non solo è diventato motivo di commercio e di lucro (motivo per cui Gesù caccia i venditori dal tempio), ma anche perché non è stata in grado di concretizzare tutta la ricchezza della sua religiosità nell’amore fraterno.

In questo particolare contesto l’amore fraterno diventa per Gesù la condizione perché sussista una vera vita di fede, un vero discepolato. La riconciliazione diventa quindi criterio discriminante tra un cristiano autentico e un cristiano fariseo, ipocrita, di facciata. Essa indica lo spessore e la qualità della fede di un credente e nell’esercizio della misericordia si forgia la virtù e la santificazione del vero discepolo di Cristo. Come se già questo non fosse sufficiente, Gesù rivela che proprio sulla nostra capacità di un amore gratuito verrà stabilita la nostra salvezza o la nostra condanna (Cfr. Mt 25,31-46).

Annunci

È un dato interessante perché è particolarmente attuale per la nostra vita e il nostro cammino cristiano. Il Signore viene a visitare costantemente la nostra esistenza, attraverso gli eventi della nostra quotidianità e verrà alla fine della nostra vita attendendosi dei frutti di santificazione personale, di una vita vissuta nella ricerca di senso, di bellezza, e soprattutto una vita che ha saputo portare vita nuova nei cuori delle persone incontrate. Frutti, dunque, di riconciliazione, di carità fraterna, di una vita vissuta pienamente per Dio e per l’altro. Ma questo non perché Dio sia un dittatore e pretende certe cose da noi, ma al contrario perché abbiamo tutto ciò di cui abbiamo bisogno per dare questi frutti. Proprio come l’albero di fico ha nella sua linfa il DNA e la struttura fisica necessaria per dare il frutto al tempo dovuto. Il non dare frutto, quindi, non è semplicemente una incapacità di darlo, ma una chiara chiusura a Dio prima di tutto, un rifiuto di fare uso dei suoi talenti e di metterli a servizio del nostro prossimo. La chiusura al fratello, quindi, è chiusura a Dio.

Da qui, dunque, quel biasimo di Gesù all’albero di fico, che diventa biasimo di ogni credente che non accetta la sua salvezza:

Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli (Mt 11,41).

Quando siamo dunque in questo stato di chiusura agli altri, e inevitabilmente a Dio: che senso ha pregare? Quando facciamo del nostro cammino di fede una soap opera, una finzione melodrammatica, cosa pensiamo di poter pretendere da Dio?

Ecco allora il senso del nostro articolo e, soprattutto, dell’insegnamento di Gesù volutamente provocatorio e spigoloso, atto a scuotere le nostre coscienze e a rimettere in moto il nostro cuore, perché solo un cuore riconciliato è degno di Dio!

Spero che questo articolo ti sia stato utile. Se hai domande, o hai bisogno di spiegazioni o approfondimenti, non esitare a contattarmi, puoi farlo nella sezione commenti più in basso o contattandomi direttamente via email. Metti in circolo la gioia della Parola, condividi sui tuoi profili social questo articolo e usa l'hashtag #condividilagioia.



Pubblicato da P. Francesco M.

Conseguito il Baccellierato in Sacra Teologia presso la Pontificia Università Lateranense col grado accademico di Summa cum Laude, ha ricoperto il ruolo di capo redattore della rivista Vita Carmelitana e responsabile dei contenuti del sito Vitacarmelitana.org. Si è occupato della pastorale giovanile di diverse comunità carmelitane, collaborando anche con la diocesi di Oppido-Mamertina Palmi di cui è stato membro dell'équipe per la pastorale giovanile diocesana e penitenziere. Parroco della parrocchia SS. Crocifisso di Taranto e Superiore del Santuario Maria SS.ma del monte Carmelo di Palmi, si è impegnato per la promozione della formazione del laicato promuovendo incontri di formazione biblica e spirituale. Collabora con l'Archivio Generale dell'Ordine Carmelitano e con il Centro studi Rosa Maria Serio, offrendo supporto per il materiale multimediale. Attualmente è Rettore del Santuario diocesano S. Angelo martire, di Licata (AG)

5 pensieri riguardo “Quando una preghiera non viene accolta da Dio?

Rispondi

Effettua il login con uno di questi metodi per inviare il tuo commento:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: