Il titolo di questo articolo è la provocazione che traiamo dal Vangelo di oggi. Leggiamo:
In quel tempo, Gesù esclamò: «Chi crede in me, non crede in me ma in colui che mi ha mandato; chi vede me, vede colui che mi ha mandato. Io sono venuto nel mondo come luce, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre. Se qualcuno ascolta le mie parole e non le osserva, io non lo condanno; perché non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo. Chi mi rifiuta e non accoglie le mie parole, ha chi lo condanna: la parola che ho detto lo condannerà nell’ultimo giorno. Perché io non ho parlato da me stesso, ma il Padre, che mi ha mandato, mi ha ordinato lui di che cosa parlare e che cosa devo dire. E io so che il suo comandamento è vita eterna. Le cose dunque che io dico, le dico così come il Padre le ha dette a me» (Gv 12,44-50).
Gesù si rivela come luce, ma forse questo simbolo poteva avere un senso fino a qualche secolo fa, cos’ha da dire a noi uomini del terzo millennio? Gente che vive già nell’era della luce? Dopotutto, basta accendere uno smartphone o un accendino perché anche in privazione di luce possiamo vedere agevolmente. Se di notte camminiamo per strada, la luce di un lampione è sufficiente per passeggiare, e se guidiamo gli abbaglianti della nostra auto sono in grado di farci arrivare a destinazione sani e salvi.
Se invece Gesù parla di luce in senso lato, cioè la luce della comprensione, beh anche qui arriva tardi. Abbiamo la scienza e la tecnica che fanno passi da giganti, la storia illumina il passato e il presente di tutti i popoli, e la psicologia aiuta a far chiarezza nella mente umana.
Allora, a cosa serve questa luce di Cristo?
La domanda, però, non è a cosa serve la sua luce, ma da quale prospettiva vogliamo rileggere la nostra storia personale e quella degli uomini. Da quale angolazione vogliamo comprendere la nostra interiorità.
Evidentemente, se ci fermassimo alla scienza finiremmo per avere una prospettiva pessimista della nostra storia: più volte le testate giornalistiche ripetono che il nostro ecosistema non potrà reggere questo ritmo di inquinamento e dal 2050 i danni saranno irreversibili e quindi il pianeta è chiamato a collassare e con esso ogni vita animale.

Se ci fermassimo alla psicologia, che è cosa buona e giusta, considereremmo che tutta la nostra interiorità è un concatenarsi di causa ed effetto e probabilmente finiremmo per giustificare anche l’amoralità.
Evidentemente Gesù ci sta offrendo un’altra chiave di lettura, una prospettiva non pessimista e votata alla morte, ma gioiosa e aperta alla vita eterna. Come alla luce del sole tutto diventa più bello, chiaro e comprensibile, allo stesso modo Cristo viene nelle nostre vite per cancellare gli spauracchi dell’incertezza e del pessimismo: trasforma la paura in gioia.
Prospettiva di Cristo
Se dunque il presentarsi di Gesù come luce è un invito per tutti noi a guardare il mondo, la nostra vita, la nostra storia e la nostra interiorità con un’altra luce, cerchiamo di comprendere in cosa essa consista.
«non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo»
La prospettiva di Cristo è una prospettiva ottimista, testa all’eternità. Lì dove il mondo ha prospettive negative di morte, Gesù apre alla vita, lì dove tutti dicono che non ci sono prospettive future e tutto andrà di male in peggio, Gesù dice “beh forse non è proprio così”. Per questo oggi siamo chiamati ad essere uomini e donne dell'”oltre”, ad andare oltre le semplici apparenze, e a riconoscere che già in questa vita c’è molto altro, molto di più… e di decisamente più bello e buono. Gesù non viene a noi per rinfacciare i nostri fallimenti, né per tenere il conto dei nostri peccati. Lui viene a noi per amarci e salvarci, e noi non dobbiamo fare che una sola cosa: lasciarci amare.
Qual è il tuo criterio di lettura della vita?
A partire dalla prospettiva di Cristo, dunque, siamo chiamati a porci delle domande serie e fondamentali:
Quando un nuovo sole ogni giorno e una nuova vita nasce a questo mondo, cosa leggi? Cosa vedi? Quando il tuo cuore torna ad emozionarsi per una parola detta al momento giusto, cosa vedi? Quando tutte le tue giornate ti sembrano tutte uguali, ma inaspettatamente il tuo cuore sobbalza di gioia senza un vero motivo, tu cosa leggi?
Con quale lente guardi il mondo? Qual è la tua ermeneutica?
Possiamo decidere di vivere una intera vita illuminata unicamente da luci artificiali, che possano darci in qualche modo una vaga sicurezza, ma condannandoci alla solitudine e alla chiusura, oppure possiamo decidere di uscire fuori, rischiare e godere di una bella giornata di sole. Ecco allora la provocazione di Gesù: cosa scegli per te oggi? Quale luce desideri che baci la tua pelle, le dia calore e colore. Sotto quale luce vuoi vedere la tua vita e rileggere la tua storia?
Fame della Parola di Dio?
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