Novena in onore dell’Immacolata

29 novembre

P.: Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.

Dal vangelo secondo Luca                                                     (1,26-28)
Al sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: “Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te”.

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Dalla riflessione di suor Miriam Bo, monaca carmelitana di Torino
Fin dai primi decenni, due furono, nel Carmelo, le icone della Madonna contemplate come simbolo del dono vocazionale ricevuto da Dio: la Vergine della Annunciazione, e la Vergine Immacolata. 
La Vergine dell’Annunciazione: come evidenza esemplare della creatura totalmente accogliente verso il “Dio che viene”. L’icona dell’Annunciazione coglie Maria nel momento in cui la Vergine purissima diventa Madre. 
La purità – un termine ricorrente nelle meditazioni mariane degli autori carmelitani – non riguarda tanto la purezza del corpo, nella sua integrità biologica, quanto l’orientamento totale dell’essere che si volge verso il Dio-Trinità senza frapporre nessun ostacolo, nessuna distrazione, nessuna macchia interiore o esteriore. È la totale trasparenza che permise a Maria di ascoltare l’annuncio dell’Angelo con tutta se stessa e di credere anche col suo corpo. Ed è ciò che permette ancora alla creatura-carmelitana di «meditare giorno e notte la Parola del Signore» fino a lasciarla inabitare in sé come in un tempio purissimo. La maternità divina è il dono sublime con cui Dio rispose a tale purezza di Maria, colmata di ogni grazia.
L’icona dell’Annunciazione ci fa contemplare Maria nell’istante, perfettamente compiuto, in cui per la prima volta ella si lascia inabitare dalla Presenza del Figlio di Dio fatto uomo.
Come ogni donna incinta, Maria è tempio vivente per il suo Bambino: tutto in lei si piega ad accogliere, ospitare, proteggere il Dono che le viene fatto. 

Per la prima volta nella storia, una creatura può amare Dio con tutto il cuore, tutta l’anima, tutte le forze e il prossimo come se stessa in un unico e indivisibile atto: perché quel Bambino è indivisibilmente il suo Dio e il suo prossimo. Per la prima volta nella storia, una creatura umana può consegnare a Dio, in un’unica offerta di sé, tutta la sua contemplazione e tutta la sua azione. In tutta la storia cristiana, mai nessuno potrà sperimentare il Mistero di Dio, in maniera più umana e più piena di quello che accadde durante quei primi nove mesi.

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Preghiera corale
Quanto sei vicina a Dio, o serva del Signore! 
Quanto sei esaltata tra tutte le figlie di questa terra. 
Tu che più di ogni altro puoi dire: 
“Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente 
e Santo è il suo nome”
In queste parole si esprime la tua anima, 
la più sensibile tra tutte le creature 
alla santità di Dio, 
la più sensibile a questa infinita Maestà, 
che tutto supera, e al tempo stesso 
a questo infinito amore che abbraccia e permea tutto. 
La tua anima immacolata >
come nessun’altra sensibile all’Onnipotente 
e insieme alla vicinanza di Dio.
Insegnaci questo mistero del tuo cuore. 
Insegnaci che Dio è tutto, 
e che l’universo è emerso dal nulla 
per opera della sua volontà creatrice. 
Insegnalo! Insegnalo continuamente, 
perché non perdiamo il senso dell’equilibrio, 
perché vediamo sempre 
tutte le opere dell’uomo in questo mondo 
alla luce della potenza di Dio: 
della potenza creatrice, redentrice, salvifica, 
affinché le opere dell’uomo non si rivolgano contro l’uomo, 
ma servano allo sviluppo della Verità e dell’Amore 
nel nostro mondo umano e la Verità e l’Amore sono da Dio. 
Insegnalo ai nostri giovani, ai ragazzi e alle ragazze d’oggi, 
perché nessuna ombra nel loro cuore 
offuschi la luce che Dio sparge sulle salite della vita. 
(S. Giovanni Paolo II, 8/12/1986)

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Preghiamo
O Dio, che nell’Immacolata Concezione della Vergine hai preparato una degna dimora per il tuo Figlio, e in previsione della morte di lui l’hai preservata da ogni macchia di peccato, concedi anche a noi, per sua intercessione, di venire incontro a te in santità e purezza di spirito. Per Cristo nostro Signore.

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30 novembre

P.: Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.

Dal vangelo secondo Luca                                                           (1,29-33)
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: “Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine”.

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Dalla riflessione di suor Miriam Bo, monaca carmelitana di Torino
L’altra icona di cui l’Ordine Carmelitano si è sempre mostrato innamorato è quella della Immacolata. Anzi, si può dire che i carmelitani si impadronirono, per così dire di una tale festa, al punto che la Curia Romana di Avignone prese l’abitudine (che durò un paio di secoli) di solennizzarla nella Chiesa dei carmelitani, come solennizzava presso la chiesa degli altri ordini religiosi la festa del rispettivo fondatore.
Ma i carmelitani si distinsero anche nella dottrina, sottolineando soprattutto un argomento teologico di particolare bellezza: Maria doveva essere preservata dal peccato originale, e lo fu, a causa della «identità della carne» che lei avrebbe condiviso con il Figlio di Dio. La fede nella Immacolata Concezione lì portò a “pensare” la pienezza dell’avvenimento cristiano.
Pensare non solo una creatura che genera Cristo, ma una creatura “fatta per generarlo”. Pensare non solo una creatura salvata dalla sua passione e morte, ma una creatura già anticipatamente redenta prima ancora di essere fatta! Ciò voleva dire considerare l’avvenimento cristiano risalendo alla sua sorgente Trinitaria, là dove Dio si preparava «una vergine di perfetta bellezza, prescelta da tutta l’eternità come Madre del Signore Gesù» (A. Bostio, Speculum Carmelitanum).
Voleva dire risalire, con la contemplazione, là dove anche ogni altra creatura ­–assieme a Maria– è predestinata a Cristo: già eternamente avvolta dalla sua misericordia, già eternamente salvata dal Suo sangue.
E i carmelitani erano per così dire storicamente abituati a risalire verso le origini, anche solo pensando al loro Elia al quale il mistero dell’Immacolata era stato rivelato nove secoli prima che accadesse. E di quel mistero i lontanissimi «figli dei profeti» s’erano innamorati, mentre nella Chiesa ancora se ne discuteva.

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Preghiera corale
Vergine Immacolata, Madre del Salvatore, 
i secoli parlano della tua materna presenza 
a sostegno del popolo pellegrinante sui sentieri della storia. 
Verso di te alziamo i nostri occhi e ti chiediamo di sorreggerci 
nella lotta contro il male e nell’impegno per il bene. 
Conservaci sotto la tua materna tutela, 
Vergine tutta bella e tutta santa! 
Aiutaci ad avanzare nel nuovo millennio 
rivestiti di quella umiltà
che ha reso te prediletta agli occhi dell’Altissimo. 
Nelle tue mani poniamo il futuro che ci attende, 
invocando sul mondo intero la tua costante protezione. 
Per questo, come l’apostolo Giovanni, 
vogliamo prenderti nella nostra casa.
Resta con noi, Maria, 
resta con noi in ogni tempo! 
(S. Giovanni Paolo II, 8/12/2000)

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Preghiamo
O Dio, che nell’Immacolata Concezione della Vergine hai preparato una degna dimora per il tuo Figlio, e in previsione della morte di lui l’hai preservata da ogni macchia di peccato, concedi anche a noi, per sua intercessione, di venire incontro a te in santità e purezza di spirito. Per Cristo nostro Signore.

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1 dicembre

P.: Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.

Dal vangelo secondo Luca                                                   (1,34-38)
Allora Maria disse all’angelo: “Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?”. Le rispose l’angelo: “Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio”. Allora Maria disse: “Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola”. E l’angelo si allontanò da lei.

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Dalla riflessione di suor Miriam Bo, monaca carmelitana di Torino
Il popolo cristiano ha sempre visto uno stretto legame tra la Verginità di Maria (nel suo concepire Gesù in tutta purità di mente e di corpo) e la sua Immacolata concezione (nell’essere lei concepita senza alcuna macchia di peccato), tanto che spesso ha addirittura confuso le due verità. Gli stessi predicatori e maestri facilmente le sovrappongono.
Questa istintiva tendenza la si trova anche nelle «leggende» e nella «devozione» e nelle «riflessioni» dei Carmelitani, ed essa nasconde forse una verità più profonda che oggi ci è dato riscoprire. 
I due privilegi mariani sono infatti tra loro legati in maniera speculare:
– la Verginità ci ricorda la maniera «totale» in cui Maria ha ospitato in sé la presenza del Figlio di Dio incarnato, credendo «anche col suo corpo», ed è il primo privilegio che ci viene rivelato dalla Parola di Dio.
– L’Immacolata concezione ci rivela che Maria stessa è stata creata per Gesù, concepita per lui, già prevenuta e redenta dal suo sangue. È il privilegio che la Chiesa ha custodito per secoli e secoli, prima di comprenderlo appieno e di definirlo, ma è anche il privilegio originario, il primo in ordine di tempo. Quello che preannuncia e prepara l’incarnazione stessa. 

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Preghiera corale
Vergine Immacolata,
 eccomi ancora una volta ai tuoi piedi
con animo commosso e riconoscente.
In te, “umile ed alta più che creatura”,
la grazia divina ha riportato piena vittoria sul male.
Preservata da ogni macchia di colpa,
tu sei per noi, pellegrini sulle strade del mondo,
luminoso modello di coerenza evangelica
e pegno validissimo di sicura speranza. 
Veglia specialmente sulle famiglie:
tra i coniugi regni sempre l’amore, suggellato dal Sacramento,
i figli camminino sulle vie del bene e della vera libertà,
gli anziani si sentano avvolti da attenzione ed affetto.
Prega, o Madre, per tutti noi.
Prega per l’umanità che soffre miseria e ingiustizia,
violenza e odio, terrore e guerre.
Aiutaci a contemplare col santo Rosario
i misteri di colui che “è la nostra pace”,
affinché ci sentiamo tutti coinvolti
in un preciso impegno di servizio alla pace.
Abbi uno sguardo di particolare attenzione
alla terra in cui desti alla luce Gesù,
terra che insieme avete amato
e che ancor oggi è tanto provata.
Prega per noi, Madre della speranza!
“Donaci giorni di pace, veglia sul nostro cammino.
Fa’ che vediamo il tuo Figlio, pieni di gioia nel cielo”. Amen!
(S. Giovanni Paolo II, 8/12/2002)

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Preghiamo
O Dio, che nell’Immacolata Concezione della Vergine hai preparato una degna dimora per il tuo Figlio, e in previsione della morte di lui l’hai preservata da ogni macchia di peccato, concedi anche a noi, per sua intercessione, di venire incontro a te in santità e purezza di spirito. Per Cristo nostro Signore.

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2 dicembre

P.: Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.

Dal vangelo secondo Luca                                                           (1,39-45)
In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: “Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto”.

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Dalla riflessione di suor Miriam Bo, monaca carmelitana di Torino
Se, come Vergine della Annunciazione, Maria contiene in sé il suo Figlio divino, ed è totalmente curvata su di lui, per adorarlo e proteggerlo, come Vergine Immacolata, ella è totalmente e anticipatamente contenuta da lui, plasmata da lui, (per questo Dante la chiama “Figlia del tuo Figlio”!). La Vergine dell’annunciazione e la Vergine Immacolata sono dunque due immagini, due icone, che descrivono come è fatta la creatura che Dio destina a Cristo: è fatta per generare Gesù perché è stata da lui generata; è fatta per generare il Salvatore perché è stata da Lui anticipatamente salvata. È assieme che le due icone descrivono –in una circolarità virtuosa– il mistero dell’esistenza cristiana.

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Preghiera corale
Sia benedetto Dio
e Padre del Signore nostro Gesù Cristo, 
che ha riempito te, Vergine di Nazaret, 
con ogni benedizione spirituale in Cristo. 
In lui tu sei stata Concepita Immacolata! 
Prescelta ad essere sua Madre, 
sei stata in lui e per lui 
redenta più di qualsiasi altro essere umano!
Preservata dall’eredità del peccato originale, 
sei stata concepita e sei venuta al mondo
in stato di grazia santificante. 
Piena di grazia! Nella odierna solennità
veneriamo questo mistero della fede. 
Nel giorno odierno, insieme con tutta la Chiesa, 
veneriamo la Redenzione, che si è attuata in te. 
Quella singolarissima partecipazione 
alla Redenzione del mondo e dell’uomo, 
che soltanto a te è stata riservata: solo a te. 
(S. Giovanni Paolo II, 8/12/1982)

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Preghiamo
O Dio, che nell’Immacolata Concezione della Vergine hai preparato una degna dimora per il tuo Figlio, e in previsione della morte di lui l’hai preservata da ogni macchia di peccato, concedi anche a noi, per sua intercessione, di venire incontro a te in santità e purezza di spirito. Per Cristo nostro Signore.

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3 dicembre

P.: Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.

Dal vangelo secondo Luca                                                 (1,46-50)
L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome; di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono.  

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Dalla riflessione di suor Miriam Bo, monaca carmelitana di Torino
Chi, vocazionalmente e carismaticamente, si sente descritto dalla icona dell’Annunciazione è chiamato a riprodurre nella Chiesa il “tipo umano” della creatura che irresistibilmente vuole scendere ­–qualsiasi cosa sia chiamata a fare– nel profondo mistero del suo cuore, là dove già abita il Figlio incarnato di Dio, e l’intera Trinità. Sarà questo il tipo umano che sarà sperimentato e descritto nell’epoca d’oro del Carmelo.  Ne diamo soltanto due esempi.
S. Teresa d’Avila non solo immaginerà l’essere umano come una splendida dimora del Dio Trinità, ma terrà quest’icona mariana come espressiva dello sguardo con cui contemplerà quotidianamente se stessa e le sue monache. Esclamerà allora: «Che spettacolo meraviglioso vedere Colui il quale può riempire mille mondi delle sue grandezze, rinchiudersi in uno spazio così piccolo (cioè: nel cuore credente)! Allo stesso modo ha voluto rannicchiarsi nel grembo della sua Santissima Madre» (CE 48,3). Ed Elisabetta della Trinità commenterà così, con tanta felicità, i suoi pochi Natali trascorsi in monastero: «Il Natale al Carmelo è una cosa unica! La sera mi sono messa in coro e lì ho trascorso tutta la veglia, come la Vergine Santa, nell’attesa del piccolo Dio che questa volta stava per nascere non più nella mangiatoia, ma nella mia anima, nelle nostre anime, perché Egli è veramente l’Emmanuele, il Dio con noi» (L. 155).

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Preghiera corale
Vergine Immacolata!
La tua intatta bellezza spirituale 
è per noi sorgente viva
di fiducia e di speranza.
Averti per Madre, Vergine Santa,
ci rassicura nel cammino della vita
quale pegno di eterna salvezza.
Per questo a Te, o Maria,
fiduciosi ricorriamo.
Aiutaci a costruire un mondo
dove la vita dell’uomo
sia sempre amata e difesa,
ogni forma di violenza bandita,
la pace da tutti tenacemente ricercata.
(S. Giovanni Paolo II, 8/12/2004)

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Preghiamo
O Dio, che nell’Immacolata Concezione della Vergine hai preparato una degna dimora per il tuo Figlio, e in previsione della morte di lui l’hai preservata da ogni macchia di peccato, concedi anche a noi, per sua intercessione, di venire incontro a te in santità e purezza di spirito. Per Cristo nostro Signore.

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4 dicembre

P.: Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.

Dal vangelo secondo Luca                                                       (2,15-19)
Appena gli angeli si furono allontanati da loro, verso il cielo, i pastori dicevano l’un l’altro: “Andiamo dunque fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere”. Andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore.

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Dalla riflessione di suor Miriam Bo, monaca carmelitana di Torino
Chi, invece, vocazionalmente e carismaticamente, si sente più descritto dalla icona dell’Immacolata è chiamato a riprodurre nella Chiesa il “tipo umano” della creatura che riconduce il dramma della redenzione alle sue più profonde radici: non solo là dove la creatura lotta col suo Dio e Salvatore, ma là dove la creatura riconosce che Dio ha vinto da sempre; non solo là dove la creatura “cede” a Dio, ma dove si lascia “prevenire” e “generare”. Sarà questa, in particolare, l’esperienza di S. Teresa di Lisieux: ella rivendicherà in ogni maniera il suo diritto a sentirsi «immersa nella misericordia», «immersa nell’amore e nel perdono» non perché «peccatrice», ma perché «prevenuta anche dal peccare».

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Preghiera corale
Regina della pace, prega per noi!
A te si volge il nostro sguardo con più forte trepidazione,
a te ricorriamo con più insistente fiducia
in questi tempi segnati da non poche incertezze e timori
per le sorti presenti e future del nostro Pianeta.
A te, primizia dell’umanità redenta da Cristo,
finalmente liberata dalla schiavitù del male e del peccato,
eleviamo insieme una supplica accorata e fidente:
Ascolta il grido di dolore delle vittime
delle guerre e di tante forme di violenza,
che insanguinano la Terra.
Dirada le tenebre della tristezza e della solitudine,
dell’odio e della vendetta.
Apri la mente e il cuore di tutti
alla fiducia e al perdono!
Regina della pace, prega per noi!
Madre di misericordia e di speranza,
fa’ che ogni essere umano, di tutte le razze e culture,
incontri ed accolga Gesù,
venuto sulla Terra nel mistero del Natale
per donarci la “sua” pace.
Maria, Regina della pace,
donaci Cristo, pace vera del mondo!
(S. Giovanni Paolo II, 8/12/2003)

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Preghiamo
O Dio, che nell’Immacolata Concezione della Vergine hai preparato una degna dimora per il tuo Figlio, e in previsione della morte di lui l’hai preservata da ogni macchia di peccato, concedi anche a noi, per sua intercessione, di venire incontro a te in santità e purezza di spirito. Per Cristo nostro Signore.

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5 dicembre

P.: Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.

Dal vangelo secondo Luca                                                            (2,22-24)
Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore: Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore – e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore..

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Dalla riflessione di suor Miriam Bo, monaca carmelitana di Torino
Maria è Immacolata perché tutta preparata per Cristo e per la sua salvezza, perché già anticipatamente redenta. L’Ordine Carmelitano onora questo mistero e lo sente particolarmente suo perché lo porta in qualche maniera nel suo «codice genetico»: esso sa – in forza delle sue antichissime tradizioni – che cosa vuol dire sentirsi scelti e salvati fin dalla notte dei tempi. Per altro fu quest’alta coscienza di sé che ha permesso all’Ordine di produrre «personalità mariane» o «marie-formi» di inarrivabile grandezza anche «magisteriale». Tali furono, fuor di ogni dubbio Teresa d’Avila, Teresa di Lisieux, Elisabetta della Trinità, Edith Stein, per ricordare solo le più celebri.  

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Preghiera corale
Mostrati Madre per noi, che,  
con cuore gioioso rendiamo grazie a Dio
per il dono della tua Immacolata Concezione.
Tu sei la Tutta Bella,
che l’Altissimo ha vestita della sua potenza.
Tu sei la Tutta Santa,
che Iddio s’è preparata
come sua intatta dimora di gloria.
Ave, Tempio arcano di Dio,
ave piena di grazia, intercedi per noi!
Ti preghiamo di presentare la nostra preghiera
a Colui che Ti ha rivestita di grazia
sottraendoti ad ogni ombra di peccato.
Nubi oscure si addensano all’orizzonte del mondo.
È a rischio la pace nel mondo.
Proprio per questo noi veniamo a te,
Vergine Immacolata,
per chiederti di ottenere,
quale Madre comprensiva e forte,
che gli animi, liberati dai fumi dell’odio,
si aprano al perdono reciproco,
alla solidarietà costruttiva e alla pace.
Sii per noi roccia di coraggio e di fedeltà,
o umile Fanciulla di Nazaret, gloriosa Regina del mondo.
Offri la nostra preghiera al Verbo di Dio,
che, diventando tuo Figlio, si è reso nostro fratello.
Madre di misericordia e di pace,
immacolata Madre di Dio,
prega per noi!
(S. Giovanni Paolo II, 8/12/2001)

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Preghiamo
O Dio, che nell’Immacolata Concezione della Vergine hai preparato una degna dimora per il tuo Figlio, e in previsione della morte di lui l’hai preservata da ogni macchia di peccato, concedi anche a noi, per sua intercessione, di venire incontro a te in santità e purezza di spirito. Per Cristo nostro Signore.

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6 dicembre

P.: Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.

Dal vangelo secondo Luca                                                         (2,25-35)
Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo:
“Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele”.
Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: “Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima -, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori”.

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Dalla riflessione di suor Miriam Bo, monaca carmelitana di Torino
Chiamare Maria sorella significa sentire Maria accanto a noi, a noi familiare. E Maria, come sorella che ci sta accanto, creatura come noi, ci invita a vivere il mistero che ci costituisce e che sta dentro di noi, quel mistero che noi riusciamo a percepire, per grazia di Dio, attraverso la nostra interiorità. Interiorità continuamente desiderata, scoperta, abbandonata e ritrovata. Occorre, ancora una volta, focalizzare la nostra attenzione per rafforzarci in questa dimensione della nostra interiorità, che ci è propria, ma che anche ha bisogno costantemente di essere rivisitata e ricompresa.  
Essere uomini e donne di interiorità significa non essere superficiali. Oggi anche la comunicazione sociale non ci aiuta ad andare alla profondità delle cose, anzi, il rischio è di non arrivare a non sentire più stupore e compassione; non essere superficiali significa rimanere ancorati ai nostri veri sentimenti, non lasciarci prendere dall’abitudine, dal “tutto scontato”. Interiorità significa allora filtrare ciò che ascoltiamo e vediamo educandoci ad un vero spirito critico che sa andare al cuore, al centro delle cose. Maria è la donna che approfondisce le cose, che non ha paura di fare anche domande al Signore.

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Preghiera corale
L’uomo non ama la morte: dotato d’una natura spirituale,
egli desidera l’immortalità di tutto il suo essere. 
Gesù, annullato con il suo sangue il potere della morte, 
ha reso realizzabile questo intimo desiderio del cuore dell’uomo. 
Guardando a Te, Vergine prescelta e ripiena di Grazia, 
noi, pellegrini sulla terra, vediamo compiersi
la promessa dell’immortalità nella piena comunione con Dio. 
In Te, Madre dei viventi, 
si è realizzata, come primizia di gloria, la parola dell’Apostolo: 
il Signore Gesù “ha vinto la morte 
ed ha fatto risplendere la vita e l’immortalità”. 
Questo annuncio gioioso la Chiesa ripete 
anche quest’anno, sulla soglia di un nuovo millennio.
Ecco perché, quest’oggi, siamo nuovamente ai tuoi piedi, 
Immacolata piena di grazia, 
per invocarti, fatti voce dell’intero popolo cristiano, 
d’accogliere il nostro omaggio, 
espressione della nostra fede e della nostra devozione, 
mentre, con intima gratitudine, trasmettiamo al prossimo millennio 
la bella tradizione di questo devoto appuntamento con te, 
e tu, Immacolata Vergine Maria, prega per noi!
(S. Giovanni Paolo II, 8/121999)

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O Dio, che nell’Immacolata Concezione della Vergine hai preparato una degna dimora per il tuo Figlio, e in previsione della morte di lui l’hai preservata da ogni macchia di peccato, concedi anche a noi, per sua intercessione, di venire incontro a te in santità e purezza di spirito. Per Cristo nostro Signore.

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7 dicembre

P.: Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.

Dal vangelo secondo Luca                                                        (2,41-51)
I suoi genitori si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono secondo la consuetudine della festa. Ma, trascorsi i giorni, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendo che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di viaggio e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme. Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. Al vederlo restarono stupiti, e sua madre gli disse: “Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo”. Ed egli rispose loro: “Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?”. Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro. Scese dunque con loro e venne a Nàzaret e stava loro sottomesso. Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore

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Dalla riflessione di suor Miriam Bo, monaca carmelitana di Torino
È centrale nell’esperienza di Maria la consapevolezza di essere abitata da una Presenza e questo è al centro del cristianesimo: noi siamo “Tempio di Dio”. La nostra interiorità è abitata da Dio, è dimora permanente di questo Dio. Dio è presenza nascosta, non evidente, ma Maria lo sente. Maria ci insegna soprattutto a vivere questa presenza di Dio in noi, ci invita a prendere sempre di più consapevolezza che noi non siamo mai soli, ci insegna ad accorgerci di questa presenza così delicata e così stravolgente.
Sono importanti, allora, anche i segni esterni. Quanto importante che anche l’ambiente in cui viviamo risplenda della bellezza che attinge da questa Presenza che sta nel cuore di ogni luogo e alla radice di ogni cosa. Abbiamo bisogno di segni; abbiamo bisogno di essere segni gli uni per gli altri per richiamarci a vicenda il mistero che ci abita.
Abbiamo bisogno degli occhi, delle mani, dei nostri occhi degli occhi degli altri, delle nostre mani, delle mani degli altri, per compiere quei gesti, fatti talvolta di silenzio, gesti di cura e di vicinanza, di consolazione e di condivisione, che rivelano la presenza di Dio nel mondo, in ciascuno di noi e che ogni giorno, ogni ora, ogni istante risvegliano il mondo, ciascuno di noi, in quel profondo mistero dal quale veniamo e al quale torneremo, Dio nostro Padre.

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Preghiera corale
Ti salutiamo, Figlia di Dio Padre!
Ti salutiamo, Madre del Figlio di Dio!
Ti salutiamo, Sposa dello Spirito Santo!
Ti salutiamo, dimora della Santissima Trinità!
Questo saluto pone in luce 
quanto tu sia pervasa dalla vita stessa di Dio, 
dal suo profondo ed ineffabile mistero. 
Da questo mistero tu sei pervasa totalmente, 
sin dal primo istante del tuo concepimento. 
Tu sei piena di grazia, tu sei Immacolata!
Accetta la nostra preghiera
e degnati di introdurre maternamente la Chiesa, 
in quella pienezza dei tempi, 
alla quale l’universo tende 
dal giorno in cui venne nel mondo 
il tuo divin Figlio e Signore nostro Gesù Cristo.  
In lui tutto ha il suo definitivo compimento;
in lui ogni realtà matura 
sino alla misura voluta da Dio, 
nel suo arcano disegno d’amore.
Prega per noi, intercedi per noi,
Vergine Immacolata,
Madre nostra misericordiosa e potente, Maria!
(S. Giovanni Paolo II, 8/12/1997)

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Preghiamo
O Dio, che nell’Immacolata Concezione della Vergine hai preparato una degna dimora per il tuo Figlio, e in previsione della morte di lui l’hai preservata da ogni macchia di peccato, concedi anche a noi, per sua intercessione, di venire incontro a te in santità e purezza di spirito. Per Cristo nostro Signore.

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Tota pulchra es Maria,
et macula originalis non es in te.
Tu gloria Ierusalem,
tu laetitia Israel,
tu honorificentia populi nostri,
tu advocata peccatorum.O Maria! O Maria!
Virgo prudentissima,
Mater clementissima,
ora pro nobis,
intercede pro nobis,
ad Dominum Iesum Christum.

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Pubblicato da P. Francesco M.

Conseguito il Baccellierato in Sacra Teologia presso la Pontificia Università Lateranense col grado accademico di Summa cum Laude, ha ricoperto il ruolo di capo redattore della rivista Vita Carmelitana e responsabile dei contenuti del sito Vitacarmelitana.org. Si è occupato della pastorale giovanile di diverse comunità carmelitane, collaborando anche con la diocesi di Oppido-Mamertina Palmi di cui è stato membro dell'équipe per la pastorale giovanile diocesana e penitenziere. Parroco della parrocchia SS. Crocifisso di Taranto e Superiore del Santuario Maria SS.ma del monte Carmelo di Palmi, si è impegnato per la promozione della formazione del laicato promuovendo incontri di formazione biblica e spirituale. Collabora con l'Archivio Generale dell'Ordine Carmelitano e con il Centro studi Rosa Maria Serio, offrendo supporto per il materiale multimediale. Attualmente è Rettore del Santuario diocesano S. Angelo martire, di Licata (AG)

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