7 luglio
O Dio vieni a salvarmi,
Signore vieni presto in mio aiuto.
Gloria
Dal primo libro dei Re (1Re 18,41-44)
Elia disse ad Acab: “Va’ a mangiare e a bere, perché c’è già il rumore della pioggia torrenziale”. Acab andò a mangiare e a bere. Elia salì sulla cima del Carmelo; gettatosi a terra, pose la sua faccia tra le ginocchia. Quindi disse al suo servo: “Sali, presto, guarda in direzione del mare”. Quegli salì, guardò e disse: “Non c’è nulla!”. Elia disse: “Tornaci ancora per sette volte”. La settima volta riferì: “Ecco, una nuvola, piccola come una mano d’uomo, sale dal mare”. Elia gli disse: “Va’ a dire ad Acab: “Attacca i cavalli e scendi, perché non ti trattenga la pioggia!””.
Da Bellezza del Carmelo di San Tito Brandsma
Bisogna porre un’attenzione speciale alla visione di Elia sul Carmelo, fondamento del carattere mariano della spiritualità carmelitana.
Sulla vetta del Carmelo il Profeta, dopo una preghiera ripetuta sette volte, vide una piccola nube, apportatrice di pioggia e ristoro alla terra riarsa. Non occorre cercare l’esegesi autentica di questa visione. Basti dire che molti commentatori della Sacra Scrittura hanno visto in quella nube il prototipo della Vergine santa, che portò nel suo grembo il Redentore del mondo.
Non era la prima volta che una nube veniva usata come simbolo. Nel deserto la nube che ricopriva l’arca dell’alleanza era simbolo della presenza di Dio. Più volte una nube del genere raffigura la discesa di Dio sulla terra e la sua abitazione in mezzo ai figli degli uomini.
Tenendo conto delle circostanze in cui il Profeta, a seguito della sua preghiera ripetuta sette volte, vide la nube levarsi dal mare, possiamo affermare che vedere in essa un prototipo della Madre di Dio, un tipo del mistero dell’incarnazione, si accorda pienamente con il carattere di prototipo di tutto l‘Antico Testamento; tanto più che la Sacra Scrittura attribuisce espressamente questa visione alla vita di un profeta privilegiato con un grado così elevato di contemplazione. In ogni caso è certo – e questo risolve il problema della definizione del carisma particolare della vita carmelitana di preghiera – che nell’Ordine la visione di Elia è sempre stata vista come un prototipo del mistero dell’incarnazione e un’anticipata venerazione della Madonna. E fu motivo di questa credenza, secondo la tradizione del Carmelo, che sulla montagna, in mezzo alle grotte degli eremiti, venne costruito l’antico santuario dedicato alla Vergine santa.
Nella devozione dell’Ordine, nella scuola del Carmelo, la visione della nube ha un proprio spazio, ed è stata considerata lungo i secoli come l’immagine preferita con cui l’Ordine guarda a Maria.
Preghiera corale
Io so bene, o Vergine piena di grazia,
che a Nazaret tu sei vissuta poveramente,
senza chiedere nulla di più.
Né estasi, né miracoli, né altri fatti straordinari
abbellirono la tua vita, o Regina degli eletti.
Il numero degli umili, dei piccoli, è assai grande sulla terra:
essi possono alzare gli occhi verso di te senza alcun timore.
Tu sei la madre incomparabile
che cammina con loro per la strada comune, per guidarli al cielo.
In questo duro esilio io voglio vivere sempre con te
e seguirti ogni giorno.
Mi tuffo rapita nella tua contemplazione
e scopro gli abissi di amore del tuo cuore.
Tutti i miei timori svaniscono sotto il tuo sguardo materno
che mi insegna a piangere e a gioire.
(Santa Teresa di Lisieux, 1873-1897)
Canto Fiore del Carmelo

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8 luglio
O Dio vieni a salvarmi,
Signore vieni presto in mio aiuto.
Gloria
Dagli Atti degli Apostoli (1,12-14)
[In quel tempo i discepoli] ritornarono a Gerusalemme dal monte detto degli Ulivi, che è vicino a Gerusalemme quanto il cammino permesso in giorno di sabato. Entrati in città, salirono nella stanza al piano superiore, dove erano soliti riunirsi: vi erano Pietro e Giovanni, Giacomo e Andrea, Filippo e Tommaso, Bartolomeo e Matteo, Giacomo figlio di Alfeo, Simone lo Zelota e Giuda figlio di Giacomo. Tutti questi erano perseveranti e concordi nella preghiera, insieme ad alcune donne e a Maria, la madre di Gesù, e ai fratelli di lui.
Da Bellezza del Carmelo di San Tito Brandsma
Molto prima che l’Ordine si desse un assetto definitivo con S. Bertoldo, c’era sul monte Carmelo un santuario dedicato a Maria Vergine. Nella nuova strutturazione questo santuario diventò il centro dell’Ordine e i primi frati furono chiamati perciò «Fratelli di Santa Maria del monte Carmelo».
La loro pietà si avvantaggiò per il fatto che ogni giorno si riunivano nella cappella di Santa Maria e davanti al suo altare per la recita dell’Ufficio divino e la meditazione. Conducevano la loro vita di preghiera proprio sotto gli occhi della loro Madre celeste, e la loro devozione a Maria divenne sempre più fervida e zelante. Fu per una disposizione meravigliosa della Provvidenza che il primo monastero dell’Ordine sia stato costruito attorno alla piccola cappella, da sempre cuore della devozione a Maria. La devozione dei Fratelli della Madonna è diventata così qualcosa di intimamente connesso con la loro istituzione, e il nome con cui furono chiamati dalle popolazioni dei dintorni, per quel santuario, caratterizzerà ormai gli ex crociati che avevano deposto le loro spade sull’altare di Maria per essere suoi cavalieri.
Quando il secondo priore generale dell’Ordine, S. Brocardo, fu per morire, riunì attorno a sé gli eremiti per rivolgere loro qualche parola di commiato e di esortazione, e li sollecitò a onorare Maria con atti di virtù: «Voi siete chiamati Fratelli della Madonna. Abbiate cura, dopo la mia morte, di far onore a quel nome». Evidentemente durante tutta la vita, e specialmente nei venticinque anni del suo servizio di priore generale, aveva insistito su questo argomento e fatto di tutto perché gli eremiti fossero degni di quel nome. Il suo generalato, quindi, deve aver fortificato e confermato in modo singolare quella devozione nel cuore dei fratelli.
Preghiera corale
O Maria, tu sei la creatura che ha conosciuto il dono di Dio
e non ne ha perduto neppure una stilla:
tu sei tanto pura e luminosa
da sembrare la luce stessa.
Virgo Fidelis: sei la Vergine fedele,
colei che custodiva tutte le cose nel suo cuore.
Ti mantenevi così piccola e raccolta alla presenza di Dio,
nel segreto del tempio,
che attiravi su di te le compiacenze della Trinità Santa.
“Poiché il Signore si è degnato di rivolgere lo sguardo
alla pochezza della sua serva,
tutte le generazioni mi chiameranno beata”.
Il Padre, chinandosi su di te,
creatura così bella,
così ignara della tua bellezza,
ha voluto che tu fossi nel tempo
la Madre di Colui di cui Egli è il Padre nell’eternità.
Allora intervenne lo Spirito d’amore
e si compì il più grande dei misteri:
per la discesa del Verbo, tu, o Maria,
fosti per sempre la preda di Dio.
(Beata Elisabetta della Trinità, 1880-1906)
Canto Fiore del Carmelo
9 luglio
O Dio vieni a salvarmi,
Signore vieni presto in mio aiuto.
Gloria
Dal vangelo secondo Luca (1,26-28)
Al sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: “Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te”.
Dai discorsi di San Tito Brandsma
Maria, donna sublime, è – come noi – quella che è per grazia e bontà di Dio. È vero che per divina disposizione le è stata riservata una grazia speciale, però ad essa ha risposto senza la minima riserva e si è lasciata completamente dominare. Ha aperto il suo cuore a Dio, e Dio si è dato completamente a lei.
Noi vogliamo essere una sola cosa con Cristo. Desideriamo ricevere Cristo nei nostri cuori, che però spesso sono poco disponibili a questa visita. Maria, invece, era tutta dedita a Dio fin dai suoi primi anni. Da tempo, quando salì al tempio, dove si è dedicata al servizio di Dio, tutta la sua vita era un servizio continuo e una costante offerta a Dio. Il suo cuore rimase sempre aperto per lui, Da Maria nostra Madre dobbiamo imparare ad allontanare dai nostri cuori tutto ciò che non appartiene a Dio; e aprire questi nostri cuori interamente al nostro Dio, in modo da poter essere ripieni della sua grazia. Allora Gesù discenderà dentro di noi e crescerà in noi e di nuovo in noi rinascerà, divenendo visibile nelle nostre azioni, vivendo nella nostra vita. Quanto meno noi siamo pieni di Dio, tanto più vivremo poveramente la nostra vita.
Preghiera corale
O tu che mi sei sorella,
poiché sei legittima coerede del Carmelo,
sei colei che possiede di diritto
la schiera dei fratelli;
al di sopra di goni speranza e merito,
mi sei sollecita nutrice;
ti supplico, accogli le primizie di questo fratello.
Tu sei la gloria del Carmelo
come i fiori sono la gloria del campo;
perché in te sbocciano virtù di ogni genere.
Come il giardino genera erbe di ogni sorta,
dammi sempre, ti prego, la ricchezza della vita.
O sorella, che i gigli circondano densi di niveo candore,
discendi più spesso nel giardino del Carmelo.
Nutri o Madre, i nuovi carmelitani,
accostandoli ai tuoi seni,
che sono simili alla giogaia del Carmelo!
Sono obbligato a renderti degne grazie e lo farò;
Sorella, se tu mi tendi le braccia, a te mi stringerò.
E così intendo ricambiarti.
Sii propizia alle mie promesse, o Madre amabile. Amen.
(Arnoldo Bostio, teologo carmelitano, 1445-1499)
Canto Fiore del Carmelo
10 luglio
O Dio vieni a salvarmi,
Signore vieni presto in mio aiuto.
Gloria
Dal vangelo secondo Luca (1,29-33)
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: “Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine”.
Dai discorsi di San Tito Brandsma
Con Maria, piena com’era della grazia di Dio, noi dobbiamo vivere la vita di Dio e, nella nostra unione con Dio, cercare la nostra gloria e il nostro bene Maria è l’esemplare di tutte le virtù e perciò è per noi due volt Madre. La sua vita è per noi uno specchio in cui possiamo vedere come dobbiamo e vogliamo unirci a Dio.
Per questo dobbiamo specchiarci in lei, dobbiamo vivere nella sua presenza. Vorremmo vedere come in immagini, poste davanti ai nostri occhi, tutte e fasi della sua vita, santa, fino a che queste scene divengano a noi familiari, parlanti e influenti sulle nostre vite. Siamo, dopo tutto, gente di carne e ossa e non possiamo nutrire la nostra anima senza la cooperazione dei nostri sensi e l’opera della nostra immaginazione. Infine, ci dovrebbe interessare molto quanto della sua vita viene presentato dalla pittura, dalla musica, dai canti e da ogni altra arte che la esalta per noi. In questo modo, non solo Maria viene portata più vicino a noi, ma anche la gloria di Maria, per così dire è infusa in noi. Dobbiamo reagire, cioè, dobbiamo manifestare quello che si è svegliato nei nostri cuori, quello che non dovrebbe rimanervi nascosto. Quanto vive in noi dovrebbe manifestarsi esteriormente.
Preghiera corale
Gloria del mondo, Regina del cielo,
Madre dell’Onnipotente, porto del genere umano,
dolce brezza nell’avversità,
se richiamo alla mente i miei peccati,
mi vergogno di parlare dinanzi a te.
Tu infatti non hai macchia alcuna.
Sei più splendente dell’oro
sottoposto dall’orafo
dieci volte al fuoco ardente.
Sono sbattuto dalle onde logoranti del basso mondo,
e le mie membra sono infangate di melma infernale.
Ma ogni volta che richiamo alla mente
il tuo cuore di misericordia,
la mia vergogna si attenua.
La speranza mi dà la certezza
che tu vorrai essere buona e gentile
e mi promette il tuo aiuto.
Perciò, non disgustarti
della mia impurità,
concedimi sempre il tuo favore
davanti al tuo Figlio.
Sottometti i miei sensi
che cercano il piacere nei beni terreni
che avvelenano la mente
e sospingono a male operare.
Fa’ che il celeste nutrimento
sia gustoso alle mie labbra,
fa’ che l’amor di Dio trafigga il mio cuore.
Fa’ che disprezzi la terra;
fammi vincere l’inferno,
con grande ira degli spiriti malvagi.
Sii la mia guida
nei momenti critici dell’esistenza
e non permettere che nessuno
attenti alla mia vita.
Per la tua cura possa io ritornare
al regno dei cieli e,
toltomi il giogo di dosso,
possa presentarti i miei voti.
Che il tuo figlio,
per la tua stessa intercessione,
custodisca me e la mia casa da ogni avversità
(Beato Battista Spagnoli, 1447-1516)
Canto Fiore del Carmelo.

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11 luglio
O Dio vieni a salvarmi,
Signore vieni presto in mio aiuto.
Gloria
Dal vangelo secondo Luca (1,34-37)
Allora Maria disse all’angelo: “Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?”. Le rispose l’angelo: “Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio”. Allora Maria disse: “Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola”. E l’angelo si allontanò da lei.
Dai discorsi di San Tito Brandsma
Più siamo riempiti dall’amore e dall’affetto verso la nostra Madre, più saremo pieni della gloria e bellezza della sua vita, e le nostre lingue proclameranno il suo elogio, le nostre bocche si apriranno per glorificarla. Il nostro amore e devozione non dovrebbero essere qualcosa di non vitale e statica in noi. Dovrebbero invece vivere e splendere con la vita; dovrebbero ardere e bruciare ciò che non può rimanere chiuso in noi. E in tutto il nostro essere dovrebbe apparire quel fulgore e anche dovrebbe trovare espressione la nostra devozione a Maria. Dobbiamo essere umani anche nella nostra devozione a Maria e, conservando la nostra natura umana, individualmente come pure in comunità, offrire l’omaggio e la lode a Maria e riconoscerci come suoi figli. Dovremmo considerare ciò un grande onore: il sapere di essere danti dedicati a lei. Dovrebbe piacerci portare il suo abito come prova che la veneriamo e porre noi stessi sotto la sua protezione. Dovrebbe piacerci offrire preghiere, non solo individualmente ma anche insieme, per metterci sotto la sua protezione ed intercessione ed esprimere a lode della sua dignità elevata. Lo scapolare e il rosario dovrebbero essere stimati da noi; dovremmo anche riconoscerli cime preghiera-libri che c’insegnano come dobbiamo e possiamo parlare con nostra Madre. In una parola, dovrebbe piacerci quanto in qualsiasi modo ci unisce più intimamente con la nostra Madre e ci aiuta a esprimere il nostro amore e devozione. Attraverso l’espressione esterna, siamo resi infatti più consapevoli di ciò che è in noi; in quanto crescerà e fiorirà in noi fino a portare frutto.
Preghiera corale
O Maria, O Maria, o amorosa Maria!
Maria sei la fonte segnata
con il sigillo immacolato
del Verbo eterno,
per cui sei dichiarata
vergine e madre,
madre e vergine!
Compiacimento della Santa Trinità.
Questa fonte va irrigando tutto il cielo,
portando frutto alla terra,
rallegrando gli angeli
e refrigerando le anime del purgatorio.
Qui si spera che ogni anima diventi
una fonte segnata col sigillo
della perfetta immagine di Dio
che egli ci ha impresso,
e col carattere delle piaghe del Verbo,
dove si diventa perfetto uomo e Dio per partecipazione.
Ortus conclusus,
in cui è racchiuso il datore dell’essere!
In te, o Maria, è racchiuso lo stesso Dio,
tutto il cielo e tutte le creature;
mediante il sangue tratta da te,
o Maria, è salvato tutto l’universo.
E se non c’eri tu, Maria,
per me non ci sarebbe paradiso…
In te, Maria, è tutto Dio,
perché essendovi una persona
della Santissima Trinità,
di conseguenza c’erano anche le altre,
perché Dio è trino nelle Persone e uno nell’essenza.
O Maria, o Maria, o Maria!
A uno a uno vai adornando
i cuori delle creature
per poterli offrire alla Santissima Trinità
insieme al tuo.
O Maria, tu puoi che tutto ciò che è in te,
tutto che è di Dio per unione,
sia anche in noi.
(S. Maria Maddalena di Firenze, 1566-1607)
Canto Fiore del Carmelo
12 luglio
O Dio vieni a salvarmi,
Signore vieni presto in mio aiuto.
Gloria
Dal primo libro dei Re (1Re 18,17-21)
Appena lo vide, Acab disse a Elia: “Sei tu colui che manda in rovina Israele?”. Egli rispose: “Non io mando in rovina Israele, ma piuttosto tu e la tua casa, perché avete abbandonato i comandi del Signore e tu hai seguito i Baal. Perciò fa’ radunare tutto Israele presso di me sul monte Carmelo, insieme con i quattrocentocinquanta profeti di Baal e con i quattrocento profeti di Asera, che mangiano alla tavola di Gezabele”.
Acab convocò tutti gli Israeliti e radunò i profeti sul monte Carmelo. Elia si accostò a tutto il popolo e disse: “Fino a quando salterete da una parte all’altra? Se il Signore è Dio, seguitelo! Se invece lo è Baal, seguite lui!”. Il popolo non gli rispose nulla.
Da Bellezza del Carmelo di San Tito Brandsma
Ci piace vedere il grande profeta Elia nel giardino del Carmelo come una rosa rossa, e non solo lui, ma anche quanti lo seguono verso la cima della montagna (simbolo dell’esercizio delle virtù), tra le grotte e gli anfratti del Carmelo, avvolgendolo tutto come in una fascia di fuoco.
Queste rose rosse sono il simbolo dell’amore ardente che brucia in Elia e nei suoi discepoli. È la caratteristica più rimarchevole della loro vita spirituale. È lo stesso fuoco mediante il quale, come il profeta e S. Teresa d’Ávila, i discepoli sono diventati dei serafini.
Ecco, abbiamo scelto il simbolo della rosa, la più rossa rosa rampicante. La vedo sbocciare per tutta la montagna e renderla tutta una fiamma. L’ultimo fiore che coglieremo nei giardini del Carmelo, in queste nostre lezioni, non sarà altro che la rosa sbocciata sulle pendici del monte ai nostri giorni. L’ultimo fiore sarà il «piccolo fiore», Teresa di Lisieux, che spargendo i suoi petali a piene mani ha portato al definitivo sviluppo il simbolo della rosa rossa.
Possiate essere tutti come rose rampicanti sui declivi del Carmelo, ardenti del fuoco dell’amore come il nostro grande modello, Elia, spargendo i petali di fiori della vostra virtù, come il «Piccolo Fiore», su quanti vivono con voi.
Preghiera corale
Felice il giorno in cui tu fosti concepita
e felici tutti i giorni della tua vita.
Felici anche i tuoi genitori che ti hanno generato:
l’origine è garanzia di quel che è il ceppo e il ramo.
Come quando diventasti gravida t’adombrò Dio l’Altissimo,
così la dolce ombra delle tue ali protegga i tuoi figli.
Tu che sei tempio di pietà, vieni presto in nostro aiuto
tendici, o Madre, le mani e aiuta i tuoi figli.
(Arnoldo Bostio, teologo carmelitano, 1445-1499)
Canto Fiore del Carmelo
13 luglio
O Dio vieni a salvarmi,
Signore vieni presto in mio aiuto.
Gloria
Dal vangelo secondo Luca (10,38-42)
Mentre erano in cammino, entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò. Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi. Allora si fece avanti e disse: “Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti”. Ma il Signore le rispose: “Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta”.
Da Bellezza del Carmelo di San Tito Brandsma
«Maria ha scelto la parte migliore che non le sarà tolta» (Lc 10,42).
Così ha detto il signore a Marta che, tutta presa da tanti servizi, si lamentava della sorella che l’aveva lasciata sola a servire. La Chiesa applica queste parole a Maria, la Madre di Dio, e l’Ordine del Carmelo, così amante della sua Madre celeste, rivendica per sé, nella vita spirituale della Chiesa, la parte di Maria.
Bisogna riconoscere che gli Ordini contemplativi hanno sempre trovato dei grossi ostacoli nella vita di preghiera. Il Carmelo, tuttavia, ha costantemente testimoniato la preminenza della contemplazione. È inevitabile che in quasi tutte le circostanze della vita moderna il ministero presenti le sue grandi esigenze anche al Carmelo: in tal caso i carmelitani volentieri faranno proprio il motto dei domenicani, purché la loro attività rimanga profondamente radicata nella contemplazione, che per essi è l’unica sorgente e garanzia di buoni frutti. Quando è necessario, il Carmelo sarà onorato e benedetto dall’apostolato, ma non deve dimenticare che la parte migliore è la contemplazione, e che la vita attiva deve sempre occupare il secondo posto.
I primi eremiti del Carmelo amavano la solitudine. Dopo il rumore e il tumulto della lotta si sono ritirati dal mondo nella quiete delle caverne del Carmelo per dedicare la loro vita interamente e unicamente a Dio. Con Elia hanno conosciuto i pericoli del deserto e hanno sperato di trovare Dio sulla santa montagna.
Preghiera corale
Madre mia amatissima,
il Signore ha affidato a te i misteri del Regno.
Ha consegnato a te il Corpo Mistico.
Il tuo sguardo abbraccia tutti i tempi.
Tu conosci ogni membro del Corpo Mistico e i suoi doveri.
Sei tu che lo guidi.
Ti ringrazio per avermi chiamata
ancora prima che io sapessi che la vocazione viene da te.
Che cosa vuoi fare di me? Non lo so.
Ma io considero grazia grande e immeritata
d’avermi scelta d’esser tuo strumento.
Come dolce strumento, vorrei abbandonarmi nelle tue mani.
Confido in te: tu rendi umile questo inabile strumento.
Cuore di Gesù, tenda di Dio tra gli uomini,
accoglici per il tempo e per l’eternità.
(Santa Teresa Benedetta della croce, E. Stein, 1891-1942)
Canto Fiore del Carmelo
14 luglio
O Dio vieni a salvarmi,
Signore vieni presto in mio aiuto.
Gloria
Dal Vangelo secondo Matteo (12,46-50)
Mentre egli parlava ancora alla folla, ecco, sua madre e i suoi fratelli stavano fuori e cercavano di parlargli. Qualcuno gli disse: “Ecco, tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e cercano di parlarti”. Ed egli, rispondendo a chi gli parlava, disse: “Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?”. Poi, tendendo la mano verso i suoi discepoli, disse: “Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è per me fratello, sorella e madre”.
Da Bellezza del Carmelo di San Tito Brandsma
Noi dobbiamo cercare di somigliare a Maria, soprattutto perché riconosciamo la sua perfezione come la più alta che una creatura per grazia di Dio ha mai potuto raggiungere. Questa perfezione può venir portata anche a noi ad un alto livello, se ci rispecchiamo in Maria e ci uniamo a lei.
La nostra devozione a Maria deve tendere a far di noi quasi delle altre madri di Dio, in modo che Dio sia concepito anche in noi e generato da noi. Il mistero dell’incarnazione ci ha rivelato che l’uomo vale molto per Dio e che Dio vuole essere intimamente unito all’uomo. La generazione eterna del Figlio del Padre è la ragione più profonda di questo mistero d’amore. […]
Maria è la figlia di Dio Padre, la Madre del Figlio e la sposa di Dio Spirito Santo. In lei le tre nascite si sono realizzate. Noi pure siamo stati scelti dalla Santissima Trinità come sua abitazione, per partecipare ai privilegi che ammiriamo in Maria e che Dio vuol donare anche a noi. Visto sotto quest’aspetto, mi piace affermare che «il mistero dell’incarnazione è un’altra sintesi della mistica carmelitana, della vita spirituale del Carmelo».
Preghiera corale
Maria Santissima,
cuor nostro, amor nostro, bellezza nostra;
Madre ed unica gloria nostra.
In questo giorno in cui nella solennità che celebriamo,
esprimiamo ai piedi vostri tutte le nostre gratitudini
per i molti e molti benefici che compartitici avete,
aggiungete questo altro:
che non mai ci separiamo da voi.
Abbiate su di noi vostri umili figli
sempre pietoso, sempre amoroso lo sguardo.
Accoglieteci al vostro petto come Madre che siete.
Custoditeci sotto il vostro manto come ci avete promesso.
Teneteci ai vostri piedi come bambini, e stendeteci la mano
guidandoci perché non diamo passo in errore né lontano da voi.
Vi raccomandiamo le anime nostre, anzi quest’anime vostre:
abbiatene cura che tocca a voi come Madre.
E nel passaggio da questa vita, accoglietele in braccio,
riponetevele in seno;
e se è troppo l’ardire nel chiederlo,
umilmente vi rispondiamo che il seno è il luogo dei figli.
(Andrea Mastelloni, teologo carmelitano 1641-1722)
Canto Fiore del Carmelo
15 luglio
O Dio vieni a salvarmi,
Signore vieni presto in mio aiuto.
Gloria
Dal Cantico dei Cantici (2,10-14)
Ora l’amato mio prende a dirmi:”Àlzati, amica mia, mia bella, e vieni, presto! Perché, ecco, l’inverno è passato, è cessata la pioggia, se n’è andata; i fiori sono apparsi nei campi, il tempo del canto è tornato e la voce della tortora ancora si fa sentire nella nostra campagna. Il fico sta maturando i primi frutti e le viti in fiore spandono profumo. Àlzati, amica mia, mia bella, e vieni, presto! O mia colomba, che stai nelle fenditure della roccia, nei nascondigli dei dirupi, mostrami il tuo viso, fammi sentire la tua voce, perché la tua voce è soave, il tuo viso è incantevole”.
Da Bellezza del Carmelo di San Tito Brandsma
La devozione a Maria è uno dei fiori più deliziosi del giardino del Carmelo. Lo direi un girasole. È un fiore che si innalza sopra tutti gli altri fiori. Nato su un grosso stelo, ricco di grandi foglie, si eleva più alto tra il verde fogliame ed ha la caratteristica di girarsi verso il sole. È addirittura un’immagine del sole medesimo. È un fiore semplice: può crescere in tutti i giardini ed essere un ornamento per tutti. È alto e robusto ed ha radici profonde come un albero.
Allo stesso modo nessuna devozione è più salda di quella a Maria. Il fresco fogliame, le verdi foglie indicano l’abbondanza delle virtù dalle quali la devozione a Maria è sostenuta.
Il fiore rappresenta l’anima creata a immagine di Dio per assorbire lo splendore della sua bontà. Sono due soli che risplendono l’uno nell’altro: l’uno irradiante una luce insondabile, l’altro che assorbe quella luce, che si immerge in quella luce e diventa quasi un altro sole. È talmente rapito dai raggi del sole che brilla su di lui, che non può volgersi altrove, ma soltanto vivere per lui e di lui. Maria era un fiore così. Fiori della sua semenza, anche noi possiamo crescere e fiorire davanti al Sole che ha infuso se stesso in lei, e vuole trasmettere a noi pure i raggi della sua luce e del suo calore.
Preghiera corale
O Signora, mostrateci il vostro Figlio.
Questa è la nostra preghiera.
Signora quando finisce il tempo
da Dio prescritto al nostro esilio,
e nella partenza che noi faremo da questo mondo
fateci vedere – mostratecelo pure –
il vostro Figlio divino.
Non bramiamo altro, non chiediamo altro:
questo ci basta.
Ci basta sì;
perché vedendo il Figlio, vedremo il Padre,
e con il Figlio e il Padre, lo Spirito Santo;
tutta la Santissima Trinità,
qual è tutta oggettiva ed essenziale
beatitudine nostra.
(Andrea Mastelloni, teologo carmelitano, 1641-1722)
Canto Fiore del Carmelo

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