Il Figlio dell’uomo viene, saprai attenderlo?

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo».
Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?».
Il Signore rispose: «Chi è dunque l’amministratore fidato e prudente, che il padrone metterà a capo della sua servitù per dare la razione di cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così. Davvero io vi dico che lo metterà a capo di tutti i suoi averi.
Ma se quel servo dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda a venire”, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli infedeli.
Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche.
A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più» (Lc 12,39-48).

  

Annunci

Contesto
Il brano evangelico che la liturgia offre alla meditazione di tutta la Chiesa, segue quello di ieri (Lc 12,35-38; “I servi son serviti. Il paradosso di una felicità non tanto nascosta“). Si tratta di un discorso escatologico di Gesù, un suo insegnamento sugli ultimi tempi, applicabili anche per la vita dell’uomo nella sua finitudine.

Annunci

Ciò che sta alla base dell’insegnamento di Gesù è l’idea che il senso della vita dell’uomo, non si trova nella quantità degli anni vissuti, ma nella qualità del suo tempo: in particolare se esso viene impiegato in un’attesa vigile e operativa nel servizio di Dio e degli altri.

Annunci

«Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?»
Dopo la prima parte del lungo insegnamento di Gesù, suscitato dalla contesa dei due fratelli circa un’eredità (Cfr. Lc 12,13-15), i discepoli, nella persona di Pietro, che non raramente se ne fa portavoce, chiede se le sue parole riguardano anche loro.
Ci troviamo di fronte a un atteggiamento importante e particolarmente attuale per la nostra vita cristiana. Perché? Perché non raramente pensiamo che la parola di Dio, il Vangelo proclamato dagli amboni della Chiese la domenica, sia una parola antica, vecchia, valida per gli uomini di quell’epoca, ma si trovano inadatte per la nostra vita attuale. Nulla di più sbagliato. L’autore della lettera agli Ebrei indicando la perenne attualità e universalità della Parola di Dio afferma:

Annunci

Infatti la parola di Dio è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione dell’anima e dello spirito, fino alle giunture e alle midolla, e discerne i sentimenti e i pensieri del cuore. Non vi è creatura che possa nascondersi davanti a Dio, ma tutto è nudo e scoperto agli occhi di colui al quale noi dobbiamo rendere conto (Eb 4,12-13).

È chiaro che la Parola di Dio vada contestualizzata nel pensiero e nella cultura al periodo storico a cui fa riferimento, tuttavia le sue esortazioni sono valide per gli uomini di tutte le epoche.
L’atteggiamento del cristiano, dunque, di fronte alla Parola di Dio, anche quando sembra che questa annunci un valore troppo lontano per la sua epoca, è quello di chi da essa si lascia interrogare, convertire.  

Annunci

Servi e padroni
La narrazione di Gesù segue il paradosso provocatore della lettura proposta ieri nella Liturgia della Parola di ieri. Lì dove ieri i servi fedeli, venivano serviti dal padrone, qui si fa un ulteriore passaggio: i servi diventano soci nelle ricchezze del padrone. La fedeltà del servitore si gioca non nello spadroneggiare sui sottoposti, ma nel prendersene cura. Questo è quello che il padrone si aspetta dai suoi servi: l’amore premuroso e umile del prossimo.

Annunci

La beatitudine del servo
Nel giro di una manciata di versetti, Gesù ripete per la terza volta questa provocazione: beato, cioè felice il servo.

Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli (Lc 12,37)

E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li troverà così, beati loro! (Lc 12,38)

Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così. (Lc 12,43)

La ripetizione di un termine, e a maggior ragione di un concetto, all’interno della Sacra Scrittura, non è mai un caso, perché si intende sottolineare l’importanza di una determinata affermazione all’interno del contesto narrativo. Per questo non possiamo non tenere in considerazione la beatitudine dei servi ripetuta da Gesù. Possiamo, dunque, ben ripetere quello che precedentemente abbiamo affermato:

Annunci

Oggi a maggior ragione, troviamo nelle parole di Gesù la via per vivere una vita veramente libera da tutti i nostri pregiudizi, sovrastrutture, meccanismi di difesa, egoismi. E Gesù indica questa via nel servizio. Sì, oggi potremo dire che solo chi serve è davvero libero. Perché? Perché chi decide di farlo non vive condizionato dai suoi preconcetti, dalle paure di amare ed essere ferito, non resta schiavo di quello che possano pensare gli altri, né dell’immagine da mantenere agli occhi dei benpensanti.
Chi serve, infine, è davvero un uomo libero perché imita l’atteggiamento di Gesù. Egli infatti, non solo non si lasciò piegare dalle logiche di potere della sua epoca ma persino si presenta come il Liberatore dell’uomo dalle sue ipocrisie, peccati e persino dalla morte.

I servi son serviti. Il paradosso di una felicità non tanto nascosta
Annunci

L’invito di Gesù ad abbandonare le logiche del potere, permette ai cristiani di tutti i tempi di costruire comunità solide fondate sull’amore vicendevole. Infatti ai discepoli che discutono tra loro su a chi spettino i posti d’onore nel Regno dei cieli, Gesù propone la via di una grandezza che passa non attraverso il prestigio personale, ma attraverso la carità vissuta in comunità (Cfr. Mc 9,30-37; “Servitori non re. La comunità secondo Gesù“). Non è un caso, infatti, che dopo aver lavato i piedi ai discepoli, afferma:

Mantenere attivo un blog, comporta delle spese, purtroppo non è gratuito. Sostieni gioiacondivisa.com e la divulgazione della gioia della Parola di Dio. Farlo è semplice: basta una piccola donazione cliccando qui, o sul bottoncino a sinistra. Sii estensione di quella Provvidenza di cui abbiamo bisogno per continuare.

“Capite quello che ho fatto per voi? Voi mi chiamate il Maestro e il Signore, e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi” (Gv 13,12-15). 

L’apostolo Paolo, cogliendo questa indicazione esistenziale, proposta come stile di vita ai discepoli, può a ben vedere esortare i cristiani di Roma con queste parole:

Non siate debitori di nulla a nessuno, se non dell’amore vicendevole; perché chi ama l’altro ha adempiuto la Legge (Rm 13,8).

Annunci

L’attesa escatologica
In continuità col brano evangelico proclamato ieri, anche quello odierno ha una prospettiva escatologica: tesa cioè alla rivelazione finale di Cristo nella gloria. Gesù invita i suoi discepoli, e noi oggi, a saperlo attendere con la lampada della nostra fede accesa, in maniera operosa e il cuore ben disposto nei suoi riguardi.

Annunci

Si tratta, cioè, di riconoscere che non sia tutto qui quello che possiamo aspettarci dalla nostra vita, che ci sia dell’altro, qualcosa di più bello e per cui vale la pena attendere. Non raramente ciò che fonda la fede di un uomo è la certezza di aspettarsi qualcosa di buono da Dio. Si tratta, più precisamente, della virtù della speranza.

Annunci

Allora oggi, ben a ragione, siamo chiamati a domandarci: “Cosa mi aspetto dalla vita? Per chi il mio cuore batte ancora? Chi o cosa sto attendendo? E come?”. Al contrario è proprio del disperato, del depresso, la visione pessimista della vita e dell’eternità, di chi ha perso il senso e il gusto del suo esistere. Ciò significa che in base a ciò che hai imparato a sperare, e ad attenderti, può davvero dipendere la tua felicità.
Gesù oggi, l’ha affermato chiaramente:

Viene il Figlio dell’uomo

Annunci

Il nostro non è un Dio distratto e disinteressato, ma uno che mantiene la parola data, non teme di sporcarsi le mani e darsi da fare per noi (è arrivato persino ad essere come noi e a morire come il peggiore di noi). Egli è in cammino, viene verso di te, proprio come afferma nel libro dell’Apocalisse:

Ecco, sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me (Ap 3,20).

Avrai la tua anima allenata a saperlo riconoscerlo? Gli risponderai prontamente?

Mantenere attivo un blog, comporta delle spese, purtroppo non è gratuito. Sostieni gioiacondivisa.com e la divulgazione della gioia della Parola di Dio. Farlo è semplice: basta una piccola donazione cliccando qui, o sul bottoncino a sinistra. Sii estensione di quella Provvidenza di cui abbiamo bisogno per continuare.

Fame della Parola di Dio?
Cerca altri articoli catalogati nelle sezioni qui in basso

Ultimi articoli inseriti.

Gesù, l’adultera e i tiratori di pietre all’epoca dei social

Gv 8,1-11

Annunci

Pubblicato da P. Francesco M.

Conseguito il Baccellierato in Sacra Teologia presso la Pontificia Università Lateranense col grado accademico di Summa cum Laude, ha ricoperto il ruolo di capo redattore della rivista Vita Carmelitana e responsabile dei contenuti del sito Vitacarmelitana.org. Si è occupato della pastorale giovanile di diverse comunità carmelitane, collaborando anche con la diocesi di Oppido-Mamertina Palmi di cui è stato membro dell'équipe per la pastorale giovanile diocesana e penitenziere. Parroco della parrocchia SS. Crocifisso di Taranto e Superiore del Santuario Maria SS.ma del monte Carmelo di Palmi, si è impegnato per la promozione della formazione del laicato promuovendo incontri di formazione biblica e spirituale. Collabora con l'Archivio Generale dell'Ordine Carmelitano e con il Centro studi Rosa Maria Serio, offrendo supporto per il materiale multimediale. Attualmente è Rettore del Santuario diocesano S. Angelo martire, di Licata (AG)

Una opinione su "Il Figlio dell’uomo viene, saprai attenderlo?"

Rispondi

Effettua il login con uno di questi metodi per inviare il tuo commento:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: