Chi sei tu, uomo della Gallilea?

IV settimana di quaresima – Sabato

LETTURE: Ger 11, 18-20; Sal 7; Gv 7, 40-53

In quel tempo, all’udire le parole di Gesù, alcuni fra la gente dicevano: «Costui è davvero il profeta!». Altri dicevano: «Costui è il Cristo!». Altri invece dicevano: «Il Cristo viene forse dalla Galilea? Non dice la Scrittura: “Dalla stirpe di Davide e da Betlemme, il villaggio di Davide, verrà il Cristo”?». E tra la gente nacque un dissenso riguardo a lui.

Alcuni di loro volevano arrestarlo, ma nessuno mise le mani su di lui. Le guardie tornarono quindi dai capi dei sacerdoti e dai farisei e questi dissero loro: «Perché non lo avete condotto qui?». Risposero le guardie: «Mai un uomo ha parlato così!». Ma i farisei replicarono loro: «Vi siete lasciati ingannare anche voi? Ha forse creduto in lui qualcuno dei capi o dei farisei? Ma questa gente, che non conosce la Legge, è maledetta!».

Allora Nicodèmo, che era andato precedentemente da Gesù, ed era uno di loro, disse: «La nostra Legge giudica forse un uomo prima di averlo ascoltato e di sapere ciò che fa?». Gli risposero: «Sei forse anche tu della Galilea? Studia, e vedrai che dalla Galilea non sorge profeta!». E ciascuno tornò a casa sua. 

Gv 7, 40-53

C’è poco da fare: dove arriva Gesù, arriva lo scompiglio. Dopotutto lui stesso lo aveva detto a chiare lettere:

Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; sono venuto a portare non pace, ma spada. Sono infatti venuto a separare l’uomo da suo padre e la figlia da sua madre e la nuora da sua suocera ; e nemici dell’uomo saranno quelli della sua casa .

Mt 10,35-36

E lo scontro nasce proprio nel modo in cui identifichiamo la persona stessa di Gesù: un semplice predicatore? Un rabbi, un profeta? Per altri era persino un emissario di Satana (Cfr. Mt 12,22-24). La risposta a questa domanda continua a dividere tanti uomini, ma la questione non è propriamente teologica, ma più propriamente di fede. Oggi molti giovani che decidono di dichiararsi pubblicamente cristiani, vengono derisi, emarginati, bollati come bigotti.

E in tutto questo trambusto di gente che si confronta e si scontra – talvolta anche in maniera violenta come per esempio accade tra i rappresentanti religiosi dell’epoca e le guardie e Nicodemo – Gesù cosa fa? Tace! Sì, tace, perché non spetta a lui rivelare la sua identità, ma spetta a noi. Noi siamo chiamati, ascoltando e meditando la sua Parola e guardandolo agire nella nostra vita, a rispondere alla domanda: chi sei Gesù? Ma una risposta che non sia semplicemente intellettuale, quello che si dice di lui, ma esperienziale. Immergiamoci nella scena del vangelo di questo sabato della IV settimana di quaresima, immedesimiamoci tra la folla che accerchia Gesù e si interroga sulla sua identità e domandiamoci: Ma tu per me chi sei? Cosa sei per me? Che incidenza hai nella mia vita?

Tra i vari personaggi inseriti nella scena abbiamo visto Nicodemo. Quest’uomo all’interno del Vangelo di Giovanni ha un ruolo chiave, rappresenta l’uomo, ogni uomo, in ricerca, in ricerca del volto di Cristo, della sua vera identità. E per questo fa un cammino interiore, non privo di fatiche e paure, tanto che andrà a scomodare il Signore di notte, per paura di non essere visto da quelli della sua cerchia, i ben pensanti, i farisei, che avrebbero potuto giudicarlo, o pregiudicarlo (Cfr. Gv 3,1-21). Al termine del suo cammino di fede, Nicodemo sarà quello che riconoscerà Gesù come Figlio di Dio quando ne accoglierà il corpo esanime e gli darà la degna sepoltura che merita (Cfr. Gv 19,38-40).

Concludiamo questa riflessione con la risposta che le guardie danno ai capi dei sacerdoti che speravano di poter già fin da ora mettere le mani sul Messia Nazareno: «Mai un uomo ha parlato così!». Le parole di Gesù hanno messo in crisi quegli uomini, hanno bloccato quelle braccia che non hanno mai fatto sconti quando si tratta di fare violenza. Ma, ed ecco la provocazione per noi, per poter fare anche noi un’esperienza spiazzante di Cristo nella nostra vita, per poter dire come le guardie: «Mai un uomo ha parlato così!», è necessario che impariamo ad ascoltarlo questo nostro Signore, che riprendiamo famigliarità con i Vangeli e tutta la Bibbia, che riscopriamo il gusto di meditare quelle parole e fare in modo che scendendo nel nostro cuore, ridiano senso e bellezza alla nostra vita.

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Pubblicato da P. Francesco M.

Conseguito il Baccellierato in Sacra Teologia presso la Pontificia Università Lateranense col grado accademico di Summa cum Laude, ha ricoperto il ruolo di capo redattore della rivista Vita Carmelitana e responsabile dei contenuti del sito Vitacarmelitana.org. Si è occupato della pastorale giovanile di diverse comunità carmelitane, collaborando anche con la diocesi di Oppido-Mamertina Palmi di cui è stato membro dell'équipe per la pastorale giovanile diocesana e penitenziere. Parroco della parrocchia SS. Crocifisso di Taranto e Superiore del Santuario Maria SS.ma del monte Carmelo di Palmi, si è impegnato per la promozione della formazione del laicato promuovendo incontri di formazione biblica e spirituale. Collabora con l'Archivio Generale dell'Ordine Carmelitano e con il Centro studi Rosa Maria Serio, offrendo supporto per il materiale multimediale. Attualmente è Rettore del Santuario diocesano S. Angelo martire, di Licata (AG)

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